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Pakistan: le Tigri e il Dragone
  • Pakistan Tigers
    Pakistan Tigers
In linea con l'Imran Khan-pensiero, secondo il quale: "il coronavirus è solo un po 'più di un'influenza e uccide solo gli anziani", il Pakistan sta adottando misure adeguate e concrete per combattere la moderna versione della peste. Il Kaptaan, infatti, oltre a dare il via all'ennesima raccolta fondi per aiutare il governo nella lotta contro il virus, possiede un'arma segreta: la Corona Relief Tiger Force. Armati di graziose magliette, il fior fiore dei giovani del paese, ciò che noi in Italia chiameremmo "la meglio gioventù" andrà per le strade facendo non si sa ancora bene cosa senza protezione alcune dal virus, armati soltanto della forza della loro fede nel leader del loro cuore. Che, essendo abbastanza vicino al suo settantesimo compleanno e quindi una delle "persone anziane" facili a essere colpite dal COVID19, dirigerà le operazioni da casa. Nel frattempo, il paese è stato ben attrezzato alla lotta contro il virus cinese. I pazienti affetti da coronavirus, principalmente quelli appartenenti alle classi inferiori per le quali il cuore di Imran sanguina giorno e notte così da non voler imporre il lockdown per proteggerli, sono stati prontamente messi in quarantena. In campi di concentramento, oops, campi di "quarantena", situati nel Kashmir pakistano, nel Gilgit-Baltisan e in Balochistan. Il campo di Taftan, dalle immagini che filtrano, è una struttura modello per qualsiasi altro paese: la gente è ammucchiata nelle tende del campo come bestie, non ci sono strutture mediche, nemmeno il semplice sapone, maschere e guanti non esistono, e spesso non c'è neanche da mangiare. I balochi sostengono che il Pakistan sta usando il virus cinese come arma biologica contro di loro. In pratica, Taftan finirà più velocemente e meglio il lavoro svolto senza sosta dai Frontier Corps e da Shafiq Mengal e compagni di merende: il genocidio dei balochi. Il resto del paese non se la passa molto meglio. Cuor-d'oro- Imran sta lanciando appelli alla comunità internazionale per riempire le casse dello Stato. Servono forniture mediche, servono respiratori, servono medicine. A febbraio, la clorichina prodotta nel paese era stata inviata in Cina attraverso la filiale locale di Bayer e le farmacie di Lahore e Karachi non avevano più compresse. Ma il Kaptaan non è solo bello ma anche buono: quindi, anche se stanno chiedendo aiuto al resto del mondo, il Pakistan dona a quanto pare, e con gran fanfara, medicine all'Italia. E anche soldi, raccolti dalla comunità pakistana a Carpi: invece di mandare i soldi per aoutare il Pakistan allo stremo, si sono messi su twitter a sbandierare gli aiuti all'Italia. Forse non conoscono il detto italiano secondo cui la carità comincia a casa propria. O, forse, stanno solo ringraziando l'Italia per essere uno dei principali fornitori di armi e per non aver chiuso completamente la rete di fondi illegali al terrorismo nel nord del paese. Dopotutto, secondo una clip diffusa su Twitter, gli italiani cantano l'inno pakistano e ringraziano Imran e il generale Bajwa per il loro aiuto. Suona familiare? Sì, era più o meno la stessa clip che circolava con l'inno cinese in background. Campanelli che suonano? Sì. Più che campanelli, un'intera orchestra. E l'orchestra suona una ancora una volta melodia cinese, che si ben si sposa al virus cinese. Perché, lungi dall'incolpare la Cina per aver diffuso il virus ovunque, a partire dal Pakistan dove i cinesi praticamente possiedono il paese, Islamabad dimostra ancora una volta la sua amicizia "dolce come il miele" per Pechino e il suo regime totalitario. Samri, South Asia Media Research Institute, ha twittato infatti una clip presa da un canale televisivo pakistano, PublicTV , con il testo: “Lo scienziato pakistano Dr. Atta ur-Rehman: È abbastanza probabile, anche se non provato, che #Coronavirus sia stato prodotto nel Regno Unito o negli Stati Uniti come arma biologica. L'ex ambasciatore Abdullah Hussain Haroon ha anche spiegato che l'epidemia # COVID2019 è una cospirazione occidentale per diffamare la Cina ”. Ancora una volta, suona familiare? Somiglia tanto alla propaganda cinese diffusa in tutto il mondo dal Global Times e da altre pubblicazioni e social media gestiti da Pechino? Bene, lo è. E benché il Pakistan abbia poca o nessuna credibilità a livello internazionale, è sufficiente a dare l'ennesima robusta dose di oppio alla massa della popolazione pakistana, quella che non legge a non parla l'inglese e che non ha altri canali di informazione che quelli locali. E che può quindi continuare alla cieca a seguire la narrativa nefasta di Stato ed Esercito. A credere che esista una cospirazione globale contro il Pakistan, a bersi le teorie di Imran e Xi Jinping volte a scaricare la Cina dalle accuse di aver scatenato il virus sul mondo con il loro silenzio criminale. Alla fine, per i regimi totalitari, le vite delle persone non contano davvero. E Corona Tigers e Dragone salveranno il mondo.
Francesca Marino
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